Itinerario in auto, moto o bici 2 – Le vie del Sacro
Le vie del Sacro: i Pivieri di Bagno a Ripoli, Villamagna e Antella
Tipo di percorso: asfaltato, percorribile in macchina, moto e bicicletta
Durata: una giornata
Difficoltà: facile
Il nostro itinerario parte dalla Pieve di S. Pietro a Ripoli, situata lungo un’ antica via di pellegrinaggio che permetteva di raggiungere Roma, Assisi e il santuario di Loreto. Nel corso del Medioevo il tracciato assunse particolare importanza per gli scambi tra Firenze ed Arezzo. A testimonianza dell’intensità dei transiti erano numerose strutture di ospitalità e assistenza che punteggiavano la strada, concentrandosi nelle principali località: nel XIV secolo è documentata lungo l’antico percorso un gran numero di locande, enti ospedalieri ed osterie che non aveva eguali in tutto il contado fiorentino.
Percorrendo questo antico tragitto, incontriamo subito la chiesa di Santa Maria a Quarto, che deve la sua denominazione al fatto di essere collocata al quarto miglio dell’antica via Aretina. Sebbene dell’originario edificio duecentesco restano ben poche tracce se non le mura perimetrali in alberese con un ingresso medievale sul lato sinistro esterno con una lunetta affrescata (fine XIV secolo), la chiesa merita comunque una breve visita.
Lasciando alle nostre spalle la chiesa di Santa Maria a Quarto in direzione Pontassieve, si raggiunge la località di Candeli; qui si eleva maestosa la chiesa di Sant’Andrea a Candeli, antica badia benedettina in cui è custodito un importante crocifisso.
Da Candeli imbocchiamo ora Via di Villamagna fino a raggiungere l’omonimo abitato, dove si erge la Pieve di San Donnino, celebre esempio di architettura medievale, restaurata e ampliata in periodo romanico, di cui tuttavia sono conservati molti elementi originali.
Continuiamo il nostro itinerario seguendo le indicazioni per il Convento dell’incontro. Sulla strada possiamo ammirare l’Oratorio del Beato Gherardo, luogo in cui si narra che il santo si ritiró nel Duecento per condurre una vita monastica.
Lasciato alle nostre spalle l’Oratorio, proseguiamo lungo la tortuosa strada in salita fino a raggiungere il Convento di San Francesco all’Incontro. Qui consigliamo di lasciare la macchina e di concedersi una rilassante passeggiata nei luoghi intorno al convento.
Lasciando il colle dell’incontro e tornando nei pressi dell’abitato di Bagno a Ripoli, vi consigliamo di imboccare la strada comunale di Ritortoli. Dopo poche curve, girando a sinistra una volta terminata la salita, potrete ammirare la caratteristica chiesa di San Tommaso a Baroncelli, posta sull’omonimo poggio e completamente immersa nella natura. Alcune fonti affermano che questa chiesa fu edificata sui resti di un fortilizio longobardo, di cui però non è pervenuta alcuna traccia. Al suo interno sono custoditi un importante affresco raffigurante un’Annunciazione attribuita alla scuola del Beato Angelico, e uno stendardo cinquecentesco recante un prezioso crocifisso ricamato; del Settecento dono di Cosimo I de’ Medici alla popolazione ripolese, questa reliquia è stata venerata fino ad epoche recenti perché ritenuta miracolosa.
Poco distante dalla collina di Baroncelli, nella panoramica via del Carota in località Ponte a Ema, troviamo l’oratorio di Santa Caterina delle Ruote a Rimezzano, la perla del territorio di Bagno a Ripoli.
Proseguendo verso via del Carota, riprendiamo l’antica Via Romea, percorrendo l’antico cammino su cui transitavano i pellegrini per raggiungere uno dei più importanti luoghi di ricovero e conforto di tutta la Toscana, l’Antico Spedale del Bigallo.
Fondato nella prima metà del Duecento e affidato nel 1245 alla Compagnia Maggiore della Vergine Maria (che verrà chiamata successivamente del Bigallo), questo luogo serviva come albergo per i pellegrini e luogo di assistenza per i viandanti. Attualmente la struttura ospita un ostello e spazi per eventi di varia natura. Si consiglia di esplorare a piedi la zona circostante sul colle dell’Apparita, caratterizzato da un susseguirsi di paesaggi naturali e viste mozzafiato su Firenze e Valdarno. Si narra che durante l’assedio della città di Firenze da parte del Principe d’Orange, arrivato questi sul colle dell’Apparita, esclamò: “… Se avessi una patria così bella la difenderei …!”
Ripercorrendo al contrario via del Bigallo e Apparita e deviando per la storica via di Terzano, si passa sotto la volta dell’Arco del Camicia (oltre il quale è possibile ammirare una casa torre duecentesca) per poi raggiungere la Chiesa di Santo Stefano a Paterno, moderna Chiesa in stile neoromanico erede di quella antica ormai scomparsa. Al suo interno si conserva un bellissimo crocifisso dipinto Christus Patiens caratterizzato da un’intensa drammaticità della figura, opera della fine del XIII secolo di un seguace di Cimabue, Gaddo Gaddi. Il dipinto è stato posto in relazione alla Compagnia del Bigallo, come probabile committente, a causa del curioso anagramma indicato dalla lettera “B” sormontata da un gallo (Bi-gallo), dipinto nel suppedaneo.
La chiesa conserva anche un affresco staccato con l’immagine della Vergine con l’angelo, di scuola fiorentina del sec. XV, adorna di gioielli che ne attestano l’importanza devozionale, e una Madonna e San Giuseppe adoranti il Bambino, copia da Fra Bartolomeo attribuita a Fra Paolino da Pistoia.
Non lontano da, qui imboccando Via della Croce, una strada in parte asfaltata e in parte “bianca” con un’incredibile vista su Firenze, dopo una breve deviazione raggiungiamo la Chiesa di San Lorenzo a Vicchio di Rimaggio, già documentata nel XII secolo, all’interno della quale sono custoditi importanti affreschi tardo trecenteschi, attribuiti al pittore fiorentino Cenni di Francesco.
Tornando indietro su via Roma (SP 1) e dirigendosi verso l’abitato di Osteria Nuova, è possibile raggiungere la localitá Ruballa, dove si trovano due importanti esempi di chiese di campagna medievali: San Quirico e Giulitta a Ruballa e San Giorgio a Ruballa. Adiacente alla chiesa si trova un caratteristico Museo di Arte Sacra.
Percorrendo Via Peruzzi si arriva all’abitato dell’Antella. Il nucleo storico del paese ha origini molto antiche: tra le tante ipotesi, infatti, quella più attendibile fa risalire il toponimo al nome etrusco di persona Antinal, che per i latini sarebbe diventato Antilius (Antonio), e che al femminile fa Antulla. L’indiscussa antichitá del luogo è confermata sia da ritrovamenti di epoca etrusca (fra i quali un frammento architettonico in pietra arenaria) sia dai ritrovamenti della villa di epoca romana di Publio Alfio Erasto.
Sulla piazza dell’Antella sorge la Pieve Romanica di Santa Maria, mirabile esempio di architettura medioevale.
Da piazza Peruzzi, imboccando via di Montisoni si giunge davanti al Cimitero Monumentale dell’Antella. Fu costruito tra il 1855 e il 1856, mentre l’imponente arco d’ingresso, nel cui tamburo della cupola è presente un mirabile affresco di Galileo Chini, risale al 1912. Dalle progettazioni iniziali, il cimitero si è andato via via ampliando, accogliendo le spoglie di uomini illustri nelle arti, nelle scienze, nelle lettere; su tutti ricordiamo Galileo Chini, Isidoro del Lungo, Pio Fedi, Enrico Toselli e tanti altri.
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